Wine & Trekking

dove la & fa la differenza

sì, perché non si tratta della solita visita ad un vigneto, ma di un vero e proprio trekking tra i filari, e non solo..

Quella valtellinese è definita viticoltura eroica, viste le difficoltà a cui contadini e produttori devono far fronte per coltivare la vite in un ambiente ostile.

Ostile per l’uomo, che deve fare affidamento quasi solamente sulle proprie gambe, mani, spalle in quanto la meccanizzazione è praticamente assente.

Non ostile per la vite però, che aggrappata ai terrazzamenti ed ai muretti a secco gode di un ambiente ideale per produrre uve di grandissima qualità.

E’ grazie alle sapienti mani degli enologi, alla loro esperienza ed alla loro creatività, che il “Nebbiolo delle Alpi” si trasformerà in un grandissimo vino dai profumi intensi e delicati, robusto ma gentile, che sta ricevendo sempre più consenso sia in Italia che all’estero.

Prima di degustare il nettare degli Dei, ci arrampicheremo sui millenari terrazzamenti costruiti su più di 2.500 km di muretti a secco, definiti dall’UNESCO “patrimonio immateriale dell’umanità”, racconteremo il ciclo biologico della vite, le caratteristiche del terroir valtellinese e dell’indiscusso padrone di casa, il Nebbiolo, qui chiamato anche Chiavennasca.

E alla visita sul campo seguirà quella ad una cantina, dove vedremo le tecniche di vinificazione e affinamento prima di sederci ad un tavolo e goderci il risultato di tanta fatica.

Sarà impossibile non apprezzare ancora di più il nostro meritato calice di vino dopo aver toccato con mano – e piedi – la particolarità della viticoltura valtellinese.

Dalla pianta al bicchiere insomma, un viaggio completo nel fantastico mondo del Valtellina Superiore e dello Sforzato

…dove la & fa la differenza

sì, perché non si tratta della solita visita ad un vigneto, ma di un vero e proprio trekking tra i filari, e non solo..

Quella valtellinese è definita viticoltura eroica, viste le difficoltà a cui contadini e produttori devono far fronte per coltivare la vite in un ambiente ostile.

Ostile per l’uomo, che deve fare affidamento quasi solamente sulle proprie gambe, mani, spalle in quanto la meccanizzazione è praticamente assente.

Non ostile per la vite però, che aggrappata ai terrazzamenti ed ai muretti a secco gode di un ambiente ideale per produrre uve di grandissima qualità.

E’ grazie alle sapienti mani degli enologi, alla loro esperienza ed alla loro creatività, che il “Nebbiolo delle Alpi” si trasformerà in un grandissimo vino dai profumi intensi e delicati, robusto ma gentile, che sta ricevendo sempre più consenso sia in Italia che all’estero.

Prima di degustare il nettare degli Dei, ci arrampicheremo sui millenari terrazzamenti costruiti su più di 2.500 km di muretti a secco, definiti dall’UNESCO “patrimonio immateriale dell’umanità”, racconteremo il ciclo biologico della vite, le caratteristiche del terroir valtellinese e dell’indiscusso padrone di casa, il Nebbiolo, qui chiamato anche Chiavennasca.

E alla visita sul campo seguirà quella ad una cantina, dove vedremo le tecniche di vinificazione e affinamento prima di sederci ad un tavolo e goderci il risultato di tanta fatica.

Sarà impossibile non apprezzare ancora di più il nostro meritato calice di vino dopo aver toccato con mano – e piedi – la particolarità della viticoltura valtellinese.

Dalla pianta al bicchiere insomma, un viaggio completo nel fantastico mondo del Valtellina Superiore e dello Sforzato

…dove la & fa la differenza

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