SCAPPO DALLA CITTA‘ – LA VITA, L’AMORE, LE PECORE

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Prendiamo in prestito il titolo di un film del 1991 dove, al posto delle pecore, erano le vacche ad essere protagoniste, per presentarvi una bellissima realtà della Provincia di Sondrio.

L’incontro con l’Az. Agricola Runcasc nasce grazie ad un evento organizzato dal Parco delle Orobie Valtellinesi nell’ambito del progetto LIFE WOLFALPS EU, dove il tema riguardava i cani da protezione, in particolare i comportamenti da tenere nel caso che, durante un’escursione, ci si possa imbattere in un gregge o una mandria dove questi bellissimi cani svolgono il loro lavoro, la protezione del bestiame appunto.

All’incontro ha partecipato anche la Dott.ssa Luisa Vielmi dell’associazione DifesAttiva, che raggruppa aziende e portatori d’interesse che si sono trovati a dover fronteggiare, molto spesso da soli, la presenza di grandi carnivori come lupo, orso e non solo.

Soggetti che, fornendo dati seri richiedono non il contrasto, ma il supporto, al fine di rendere, se non pacifica, meno dura la coabitazione con alcuni animali. Senza dimenticare di informare con l’obbiettivo di ridurre rischi e danni da predazione.

Conosciamo meglio quindi Lucrezia e Cristian, titolari dell’azienda e compagni di vita.

Ciao ragazzi, vi lascio presentare ai nostri lettori

Ciao a tutti e grazie per l’attenzione che ci dedicherete! Allora brevemente ci presentiamo io sono Lucrezia ho 26 anni, sono perito agrario specializzata nel settore zootecnico. Io sono Cristian ho 34 anni e sono laureato in scienze forestali, agronomo.

Tra voi sboccia l’amore reciproco e l’amore per questo lavoro.. Come nasce l’Az. Agricola Runcasc?

Tralasciando la parte sweet della nostra storia, nell’anno 2019-2020 che tutti non dimenticheremo per quello che è successo, stufi della vita da ufficio e consulenza resa sempre più pesante dal momento che si stava vivendo, decidemmo, viste le competenze e il sogno nel cassetto, di provare a buttarci in questa avventura.

Abbiamo unito l’azienda apistica nata già dal 2013 di Cristian, all’allevamento di avicoli e cunicoli di Lucrezia. Alleviamo anche un discreto numero di asini, ed ovicaprini. Come molte aziende valtellinesi nel periodo estivo i nostri animali vanno al pascolo. Abbiamo in gestione l’Alpe Monte Rosso in Valmalenco che carichiamo nei mesi più caldi e nei periodi prossimi all’inverno le nostre pecore vengono fatte brucare nei maggenghi attorno alla zona di Triangia dove ha sede l’azienda agricola.

Raccontateci meglio la vostra azienda, la vostra filosofia..

L’azienda produce e trasforma i prodotti BIOLOGICI derivanti dalle attività di apicoltura, cerealicoltura, viticoltura, frutticoltura e allevamento. La multifunzionalità permette di diversificare le produzioni con un vantaggio sicuro in termini strategici (produzioni dilatate in un ampio arco temporale) reddituali (andando ad accogliere la domanda di una clientela diversificata ed attenta) e di impatto sull’ecologia dei luoghi, di utilizzo delle risorse.

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Dall’allevamento produciamo carne e salumi mentre trasformiamo le produzioni cerealicole in farine ed in prodotti da forno. Poi ci sono ortaggi, frutta, il miele ed i relativi sottoprodotti ed alcuni di questi vengono lavorati per una piccola produzione di preparati cosmetici, per il benessere della persona e birra.

Siamo anche fattoria didattica e agriturismo.

Avete scelto un lavoro che richiede grandi sacrifici e dedizione, quali sono le motivazioni che vi hanno portato a questa scelta?

Come dicevamo all’inizio, l’anno del Covid con le conseguenti restrizioni ha portato a una libertà molto limitata e lì abbiamo pensato che in fondo nella vita la libertà è fondamentale, ti realizza, quindi  vero che non ci sono festività e ferie, ma è anche vero che possiamo organizzare le nostre giornate in base alle nostre esigenze senza uno schema fisso, che purtroppo il lavoro da dipendente impone.

Avete anche uno splendido bambino, come si coniuga il ruolo del genitore con la vostra attività? E qual è il suo rapporto con i vostri animali?

Gregorio è arrivato il 6 gennaio 2023 e li si che è iniziata una vera avventura! Sia come famiglia, ma ha anche stravolto tutti gli equilibri dell’azienda, orari e organizzazioni che avevamo creato in questi anni. Ci è voluto quasi un anno per ritornare ad avere dei ritmi regolari in azienda, anche perché tutta la parte zootecnica di gestazione e parti, prassi sanitarie, le facevo io (Lucrezia) e con l’arrivo del piccolo è venuta a mancare la mia presenza costante, quindi è stata occasione di formazione anche per Cristian. Però adesso è più difficile fare rientrare a casa Gregorio, perché starebbe tutto il giorno fuori tra animali e trattori.

Veniamo ora all’argomento grazie al quale ci siamo conosciuti, i cani da protezione. Perché avete fatto questa scelta?

Nell’estate del 2022 in alpeggio a Monte Rosso abbiamo subito alcune predazioni da parte del lupo per un totale di quindici capi morti. Era il primo episodio qui da noi in Valmalenco e non eravamo assolutamente preparati. Non era possibile mettere dei recinti mobili per la conformazione del territorio e nemmeno fermarci in alpe visto che non c’è nessuna casa utilizzabile, così tornammo a casa. Nei giorni e mesi successivi, a mente lucida, pensammo alle varie opzioni e quella più fattibile e strategica era l’inserimento dei cani da protezione.

Però non è sufficiente prendere il cane, metterlo in mezzo al gregge e lasciarlo fare. Ci spiegate brevemente il loro percorso?

A seguito dell’episodio siamo stati contattati da varie persone e associazioni tra cui “IO NON HO PAURA DEL LUPO” che ci ha consigliato “DifesAttiva”, che è un’associazione di pastori di tutta Italia, dove al suo interno ci sono dei tecnici specializzati che lavorano costantemente nei pascoli per educare e risolvere alcuni dei problemi che ci possono essere con i cani da protezione.

Il primo cane che abbiamo inserito è Libo, arriva da un’azienda di Scanno in Abruzzo molto simile alla nostra, con attività ricettiva e agrituristica. Il luogo di crescita dei cani è fondamentale per capire il loro carattere, il temperamento e le abitudini. Aveva tutte le carte in regola per la nostra azienda. Con l’aiuto del tecnico di DifesAttiva, Luisa Vielmi, abbiamo iniziato il percorso di inserimento nel gregge: per il cane, per le pecore e per noi iniziava una nuova avventura. Dopo un anno, il gregge era tornato alle dimensioni corrette di circa 80 capi e per un solo cane era davvero faticoso! Quindi abbiamo deciso, sempre con i consigli di Luisa, di inserire Maia; lei arriva da Belluno in Veneto, e anche questa volta siamo partiti da zero i cani, le pecore e noi.

Libo (in alto) e Maia (in basso)

Costi e benefici di questo approccio?

Sicuramente ci sono costi in più perché sono cani di una certa mole e per il lavoro che fanno devono avere una giusta e corretta alimentazione tanto quanto una corretta attenzione sanitaria, che anch’essa ha un costo. Però dall’altra parte la notte si dorme tranquilli sapendo che nel gregge ci sono i nostri giganti bianchi.

Ed ora quello che interessa ai nostri lettori/camminatori. Quali sono le regole da seguire nel caso di incontro con i cani? Avete qualche consiglio da darci?

Nella nostra valle non ci sono ancora molti cani da protezione e quei pochi sono quasi sempre, come nel nostro caso, contenuti in recinti elettrificati non allo stato libero, quindi l’accortezza è il rispetto dei cartelli che delimitano zone di pascolo, non dare da mangiare a nessun animale, non porsi in maniera minacciosa e nemmeno affettuosa nei confronti del bestiame e dei cani, non passare all’interno dei recinti e rispettare il lavoro del pastore, così da goderci tutti tranquillamente e rispettosamente le nostre montagne.

Un momento della giornata didattica con la Dott.ssa Luisa Vielmi di DifesAttiva

In Valtellina il “pericolo orso” è praticamente inesistente, sono quindi solo i lupi a minacciare il vostro bestiame?

Non mi sento abbastanza competente per rispondere ampiamente alla domanda, ma per certo posso dire che la fauna selvatica crea diversi danni a noi agricoltori, dagli ungulati come cervi e cinghiali che brucano i pascoli, i campi coltivati e i vigneti, alle volpi, faine e rapaci che apprezzano molto la parte avicola e così via. Probabilmente a questi la popolazione ci ha già fatto il callo e fa meno clamore mentre il lupo era stato da tempo dimenticato e il suo ritorno fa più rumore.

Il ritorno del lupo sulle Alpi, ancora marginale in Valtellina ma ormai imminente, sembra essere il principale problema degli allevatori, almeno dal punto di vista mediatico, e ci sono forti contrasti al riguardo. Ma non è come chi guarda il dito che punta alla luna? Io credo che sia più importante valorizzare i vostri sacrifici dando un giusto prezzo ai vostri prodotti. Insomma, nelle filiere commerciali contadini, agricoltori e allevatori sono quelli che fanno il lavoro maggiore ma hanno pochi margini di guadagno, sulle quali influiscono in parte anche le predazioni. Cosa avete da dire al riguardo?

Personalmente credo che i media ricamino molto a loro interesse questa cosa, ma come lo fanno purtroppo alcuni colleghi. Credo invece che un’attività ben costruita, organizzata e funzionale possa vendere e non svendere il proprio prodotto, anche creando nuove strategie di mercato. Il mercato locale, a cui noi ci rivolgiamo, è attento a queste tematiche quali la genuinità e la vicinanza ai luoghi di produzione che si conoscono, che si frequentano e che sono la garanzia della salubrità delle pratiche agricole…queste, direi, sono quasi controllate a vista. Le predazioni in questo momento, in Valtellina, sono una finta giustificazione verso un’attività agricola già di per sé fallimentare.

Da quando avete messo in atto questi meccanismi di protezione avete avuto riscontri tangibili? Rifareste la stessa scelta?

Si non cambierei nulla di quello che abbiamo fatto, dico sempre che sono come pagare un’assicurazione, non sai se la userai ma prevenire è meglio che curare, e lo dico per esperienza!!

Che consigli vi sentite di dare ai vostri colleghi che sono restii a “difendersi attivamente”?

Il mondo cambia e il “si è sempre fatto così” è passato di moda, bisogna andare oltre, saper ascoltare e provare, trovare soluzioni che ci stiano bene addosso e ci permettano di vivere questa vita agricola già di per sé difficile e faticosa in maniera più serena possibile per noi e per i nostri animali. Tanto non dipenderà mai da noi la scelta LUPO SI o LUPO NO.

Siamo alla fine della nostra chiacchierata, dove possono i nostri lettori seguirvi, contattarvi o acquistare i vostri prodotti?

Ci potete trovare sui social Instagram ,Facebook ,sul nostro sito internet  o via mail all’ indirizzo runcasc.aziendaagricola@gmail.com

Ringraziamo Lucrezia e Cristian per averci aperto le porte della loro azienda e gli facciamo un caloroso “In bocca al LUPO”!!!